Interventi a Casalecchio e Montagna

di Maddalena Roversi

Siamo tutti chiusi in casa per tutto il giorno, o quasi; stiamo tutti soffrendo di non poter vedere e abbracciare gli amici e i parenti; è una bellissima Primavera, ma non possiamo andare nei giardinetti cittadini e nemmeno nei parchi perché questo virus è davvero pericoloso e si trasmette troppo facilmente. Purtroppo non c’è altro modo per bloccarlo finché non troveranno il vaccino: dipende esclusivamente da tutti noi.

La stragrande maggioranza di noi lo ha capito e si è chiusa in casa, inventandosi tante cose da fare: ginnastica con i filmati che gli allenatori mettono su YouTube, imparare a dipingere, cantare o suonare da autodidatti, far studiare e giocare i bambini,  mettere ordine e fare tutti quei ciappini di casa che rimandiamo sempre… Senza parlare del fatto che con internet possiamo vederci e parlarci ogni giorno o anche lavorare da casa.

Ma perché ci deve sempre essere qualcuno che non lo vuole capire?!

Le disposizioni regionali hanno imposto alle Associazioni di sospendere i servizi: autorizzati solo come Gev/Protezione Civile  a chi ha più di 65anni e/o su richiesta dei Comuni.  A Casalecchio è stato richiesto il servizio nei parchi cittadini e così ci siamo attivati per i controlli.

Ho fatto 4 servizi nell’ultimo mese – e tengo a far notare che sono le uniche 4 volte in cui ho potuto vedere il cielo, il sole e del verde – e tutte le volte coi colleghi abbiamo incontrato persone che avrebbero dovuto girare solo nel loro isolato o addirittura stare a casa, invece erano coi cani nei parchi pubblici, talvolta anche senza guinzaglio, giocavano coi freesbee, passeggiavano mano nella mano o stavano sulle panchine, senza mascherine né guanti.

E ognuno aveva una ‘validissima’ motivazione, tra cui la più buffa è stata: “Eh, ma tanto qui al parco non c’è nessuno!”

“Per forza – ho risposto – è appunto vietato andarci! Solo che se tutti ragionano come lei, dopo vi ritrovate qui in 350 e il Corona virus è molto contento!”

Le altre motivazioni sono quasi tutte del tipo che a stare in casa diventan matti e che fanno solo 200 metri e che non hanno incontrato nessuno (dai mò!).

In alcuni dei parchi vengono regolarmente strappati i nastri bianchi e rossi messi alle entrate per far capire che l’ingresso è proibito. E noi regolarmente li rimettiamo.

Come GEV avvisiamo le persone e invitarle a uscire, dicendo che se li beccano polizia municipale o carabinieri c’è un salatissimo verbale di contravvenzione da pagare.

Ma è possibile che solo con la paura di sborsare soldi certa gente si decida a obbedire a ordinanze che fanno la differenza tra la vita e la morte? Pensano di essere immuni? Anche io sono convinta che a me il Covid19 non farà niente e mi sento molto forte e tranquilla, ma penso a chi forte e tranquillo non può essere e penso che questo virus lo potrei trasmettere io senza saperlo. Non me lo potrei perdonare! Allora sto a casa, faccio solo i servizi GEV necessari, sempre con guanti in lattice e mascherina, stando a distanza dai colleghi. Pronti ad aiutare i più bisognosi trasportando a casa medicinali e la spesa.

Queste sono le regole e bisogna rispettarle perché se il Governo nazionale e quelli regionali le hanno imposte è per salvare le nostre vite, non per farci i dispetti. E stiamo sicuri che le seguono anche loro, sono esseri umani e cittadini d’Italia come noi.

Perciò, a chi ancora non vuole guardare oltre il proprio naso, chiedo – come fa spesso ultimamente uno slogan in tv – di dimostrare che siamo un grande Paese.

 

 

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