I casi della vita durante i “domiciliari” per coronavirus

di Ermanno Tarozzi

Anche da reclusi possiamo svolgere la nostra funzione di Gev

“Non tutto il male vien per nuocere” recita un antico proverbio tramandatoci da generazioni ma, ad onor del vero, nel caso del Coronavirus, il male è sicuramente eccessivo.

Si dà il caso, però,  che mentre stavo seduto davanti ad una ampia finestra, al tavolo di lavoro, intento a destreggiarmi con i dati di un bilancio che, come sempre, non quadrano mai, mi viene spontaneo alzare lo sguardo verso l’esterno che finisce per cadere, inevitabilmente, sul palazzo di fronte di cui conosco, a menadito, le varie scenette che si possono osservare in questi casi come ci è stato dato di vedere in un celebre film, La finestra sul cortile” , interpretata da James Stuart che aveva assunto le vesti di un fotografo professionista (quale avrei voluto essere anch’io) , immobilizzato in casa propria a seguito di una caduta e conseguente ingessatura. 

Purtroppo per mia sfortuna, o meglio, per fortuna, non ho potuto seguire e fotografare le sequenze di un delitto, ma ho dovuto accontentarmi di fotografare, ormai innumerevoli volte, le finestre variamente corredate da scarpe, vasetti di fiori, tapparelle in cattivissimo stato di manutenzione, con il contorno di colombi che tubano in vario modo lasciando dietro di sé qualche ricordino certamente non apprezzato dalle signore e dai signori che, di tanto in tanto, si affacciano alle finestre.

Qualche giorno fa mi è capitato, alzando lo sguardo, di vedere un bel merlo con un vistoso becco giallo che, dopo essersi guardato intorno sospettoso, si è avvicinato ad un piccolo recipiente pieno di acqua, casualmente sistemato su di un vaso di fiori, ed ha bevuto più volte.

Mosso dall’istinto che sempre mi sorregge (vado in giro con la macchina fotografica in tasca), ho afferrato quella che avevo a portata di mano, seguendo le mosse del merlo che, guardandosi ancora una volta intorno, si è tuffato in quella che ritengo abbia valutato come una piccola piscina, sguazzandovi dentro con grande energia al punto di avermi messo in difficoltà a “fermare” una foto decente dato che, fra l’altro,  sono stato costretto a fotografare attraverso il vetro della finestra senza poter fare il minimo rumore per non far fuggire il bagnante. Ne è seguita una serie di scatti, l’ultimo dei quali ritrae il merlo che si asciuga sulla ringhiera della terrazza.

A parte la qualità delle immagini che ne sono sortite, mi sono compiaciuto della fortuna di aver colto un animaletto in piena libertà che si comportava esattamente come uno di noi quando sguazza nella propria vasca da bagno.  Ora mantengo sempre piena la vaschetta con acqua pulita e, quasi quasi, avrei voglia di lasciare un piccolo asciugamano in modo da evitare il disagio all’amico merlo di doversi asciugare alla mo’ dei gatti che si sfregano il capo con le zampe: le ali in questo caso.

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